Quante volte ci è capitato di pensare al disegno e veniamo proiettati in un mondo giocoso, spensierato, che riporta al centro il tema della fantasia e del racconto di mondi lontani? La stessa sensazione emersa dall’intervista di Cristina Portolano che, come lei stessa si definisce, vive tra i due mondi dell’illustrazione e del disegno che ben distingue per temi e tipologia di lavorazione dei contenuti, posizionandosi in un piano intermedio e definendosi così disegnatrice.
Cristina ci accoglie con un grande sorriso e ci racconta carica di entusiasmo il suo percorso professionale e personale. Partita da Napoli arriva e si stabilisce a Bologna, dove impianta quei semi che, uno dopo l’altro sbocciano in progetti molto diversi tra loro, crescendo e maturando prendendo spunto da storie e sensazioni, alle volte leggere alle volte dalle tematiche importanti.
“Bisogna essere perennemente curiosi, pronti alla scoperta e alla novità, lasciando il rumore di fondo da parte e concentrandosi sui mondi che ognuno di noi ha dentro”
Ma il mondo fisico della matita e dei colori si fonde con quello del digitale, creando contenuti fruibili sia nel formato tradizionale che online ed è Cristina, ci racconta, a decidere quanto uno influenzi l’altro e viceversa in un continuo parlarsi e scoprirsi, con l’obiettivo sempre uguale di raccontare una storia nel migliore dei modi possibili.
Il suo primo lavoro importante e quello a cui è maggiormente legata: “Quasi Signorina”, una graphic novel che racconta la storia di Cristina a Napoli, nel periodo delle prime mestruazioni. Un tratto leggero, quasi sognante, tavola dopo tavola racconta una Napoli sospesa e magica che si intreccia con le vicende di una giovane donna ambiziosa e caparbia.
“Il mondo del disegno e dell’illustrazione si parlano, come se danzassero insieme, senza mai pestarsi i piedi”
L’ambizione è al centro del suo lavoro, perché affermarsi nel mondo dell’illustrazione non sempre è facile e bisogna quindi reinventarsi ogni giorno, dare valore al proprio lavoro e a quello dei propri colleghi.
Cristina ci racconta che ogni suo lavoro è differente e merita attenzione costante, confronto con il cliente e un pizzico di intraprendenza per proporre soluzioni creative che possono dare la svolta agli sviluppi narrativi di una storia.
“Credo molto nel futuro, nei giovani come me e nell’autodeterminazione. Ascoltare i consigli degli altri ma poi fermarsi, farli propri e andare dritti per la propria strada, più forti di prima”. Ci risponde così, chiedendole cosa direbbe ad un giovane che come lei vuole iniziare a lavorare in questo settore.
E restiamo piacevolmente colpiti di quanta forza e allegria mette in quella risposta stringata ma precisa, mentre a casa sua, una costellazione di colori, poster e libri, sentiamo l’odore del caffè che arriva dalla cucina. Il bello di essere freelance ci dice, anche nelle piccole cose, come mettere sul fuoco una moka, simbolo della sua Napoli in pieno centro a Bologna.