Il regime forfettario presuppone una tassazione agevolata in quanto prevede il versamento di un’aliquota fissa del 15%, che scende al 5% per i primi 5 anni in caso di apertura di una nuova attività. In questo modo, il lavoratore autonomo non dovrà pagare l’IRPEF.
Il primo limite fissato dal regime forfettario riguarda l’incassato annuo che non deve mai superare i 85.000€.
Eppure, ci sono altri casi per uscire dal regime forfettario:
- Assenza della residenza in Italia
- Produzione di meno del 75% del fatturato in Italia
- Svolgimento di attività che prevedono regimi speciali IVA o di determinazione forfettaria del reddito
- Possesso di quote di partecipazione in società di persone, associazioni o imprese familiari
- Possesso di quote maggioritarie di partecipazione in una S.r.l. che svolge attività nello stesso ambito del proprio codice ATECO
Ovviamente, l’uscita dal regime forfettario può avvenire per diverse ragioni:
- Scelta personale del lavoratore autonomo
- Superamento della soglia dei 85.000€ di incassato annui
- Non si rispettano più i requisiti necessari, come la residenza
- Si verifica una causa di esclusione, come il possesso di quote societarie
È importante ricordare che l’uscita dal regime forfettario avviene sempre l’anno successivo rispetto a quello in cui si verifica una delle cause che abbiamo appena visto.
Facciamo un esempio:
Ilaria è una Social Media Manager e nel 2022 incassa 80.000€, quindi nel 2023 passerà al regime ordinario. Qualora nel 2023 i ricavi dovessero nuovamente rientrare nei limiti concessi, Ilaria potrà tornare nel regime forfettario nel 2024.
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