In breve
In questo articolo vedremo come aprire la Partita IVA da infermiere e quali sono i costi. Qui sotto trovi un riassunto di tutte le informazioni ma, se preferisci andare nel dettaglio, puoi leggere ogni capitolo scorrendo in basso.
Aprire la Partita IVA è un passo importante per un libero professionista. Noi possiamo aiutarti a ridurre al minimo i costi e massimizzare i guadagni.
Puoi ricevere una consulenza fiscale gratuita e senza impegno con un nostro esperto compilando il form in cima alla pagina.
Per iniziare a lavorare come infermiere devi per prima cosa aver conseguito la laurea ed essere iscritto all’ordine delle professioni infermieristiche
Questo passaggio è essenziale per poter esercitare legalmente la professione.
Dato che la tua attività è di tipo professionale, sei obbligato ad aprire la Partita IVA indipendentemente da quanto incassi
Le attività di lavoratori iscritti agli ordini, infatti, sono considerate professionali per definizione. Non puoi quindi lavorare con la prestazione occasionale.
Per aprire la tua Partita IVA dovrai utilizzare il codice ATECO 86.90.29 – altre attività paramediche indipendenti.
Per aprire la Partita IVA dovrai compilare e inviare all’agenzia delle entrate il modello AA9/12
Dovrai inserire sia le tue informazioni personali, sia quelle dell’attività che vuoi aprire.
Hai anche l’obbligo di iscriverti ad ENPAPI per versare i contributi per la pensione. Puoi farlo direttamente dal sito web dell’ente, seguendo la procedura guidata.
Aprire la Partita IVA può essere gratis
Se ti occupi di tutte le pratiche da solo, non pagherai niente. Se invece scegli di affidarti ad un commercialista dovrai pagare il suo compenso.
Una volta avviata la tua attività, pagherai le tasse dal 5 al 43% a seconda del regime fiscale che applicherai
In regime ordinario paghi l’IRPEF con gli scaglioni progressivi di reddito e percentuali che vanno dal 23% al 43% della differenza tra incassi e spese. Dato che svolgi una professiona sanitaria, non dovrai versare l’IVA.
In regime forfettario paghi una tassa al 15% o al 5% su una parte di incassi che per gli infermieri è il 78%.
Verserai 3 tipi di contenuti ad ENPAPI
Soggettivo: serve per maturare la pensione. È il 16% della differenza tra incassi e spese. Indipendentemente dal calcolo, devi versare un minimo annuo di 1.600€.
Di maternità: sostiene le professioniste che fanno un figlio. E’ fisso e cambia ogni anno. Nel 2023 era 78.60€, attendiamo il valore del 2024.
Integrativo: serve a finanziare ENPAPI. È il 4% di ogni fattura che emetti. Deve pagarlo il paziente in aggiunta al tuo compenso. Il minimo annuo è di 150€.
Possiamo aiutarti ad avviare la tua attività di infermiere libero professionista
Puoi ricevere una consulenza fiscale gratuita e senza impegno cliccando il riquadro qui sotto.
Partita IVA da infermiere: come aprire e quanto costa?
Se vuoi lavorare come infermiere libero professionista, devi per prima cosa essere iscritto all’ordine delle professioni infermieristiche
Per poterti iscrivere devi aver conseguito la laurea triennale in scienze infermieristiche e aver superato l’esame di stato che ti abilita all’esercizio della professione.
Dato che la tua attività è di tipo professionale, hai l’obbligo di aprire la Partita IVA
Tutte le attività di chi è iscritto ad un ordine o albo, infatti, sono considerate professionali per definizione. La professionalità è uno dei requisiti che rende obbligatoria la Partita IVA.
Non puoi quindi svolgere la tua attività di infermiere con la prestazione occasionale, indipendentemente da quanto incassi.
Per aprire la Partita IVA dovrai compilare e inviare all’agenzia delle entrate il modello AA9/12
Dovrai inserire sia le tue informazioni personali come nome, cognome e codice fiscale, sia quelle dell’attività che vuoi aprire come il codice ATECO. Il tuo codice sarà 86.90.29 – altre attività paramediche indipendenti.
Puoi fare tutto online dal sito dell’agenzia delle entrate. In alternativa, puoi compilare il modello a mano e poi consegnarlo ad un ufficio dell’agenzia sul territorio oppure inviarlo per posta raccomandata.
Devi anche iscriverti ad ENPAPI, la cassa professionale riservata agli infermieri
L’iscrizione è obbligatoria. Dovrai versare i contributi e in cambio riceverai prestazioni previdenziali, dalla pensione futura all’eventuale sussidio di maternità, se ne avrai bisogno.
Puoi iscriverti direttamente dal sito web dell’ente, seguendo la procedura guidata.
Una volta completata l’iscrizione, potrai accedere alla tua area riservata tramite SPID. Da qui potrai utilizzare diverse funzioni come l’aggiornamento dei tuoi dati, il monitoraggio dei contributi versati e la richiesta di prestazioni.
Aprire la Partita IVA può essere gratis
Se ti occupi di tutte le pratiche da solo, non pagherai niente.
Se scegli di affidarti ad un consulente esperto come il commercialista che svolga le pratiche per te e si assicuri che tutti i dati siano inseriti nel modo corretto, dovrai pagare il suo compenso. Il costo che può andare da 150€ a 500€ a seconda del professionista a cui ti rivolgi.
Possiamo aiutarti gratis a raccogliere tutte le informazioni per aprire la tua Partita IVA
Un esperto può studiare la tua situazione e aiutarti a recuperare tutti i documenti necessari per aprire la tua attività. Se deciderai di scegliere Fiscozen, poi, potrà anche svolgere tutte le pratiche al posto tuo.
Puoi ricevere una consulenza gratuita e senza impegno cliccando il riquadro qui sotto.
Lavorare come infermiere libero professionista: quanto costa mantenere la Partita IVA?
Con la tua Partita IVA dovrai affrontare 2 costi. Il primo sono le tasse che si calcolano in modo diverso in base al tuo regime fiscale
Ci sono diversi regimi fiscali ma i più comuni sono ordinario e forfettario.
Con l’ordinario pagherai l’IRPEF con il metodo degli scaglioni progressivi di reddito
Devi calcolare la differenza tra gli incassi, le spese che hai sostenuto e i contributi che hai versato. Il risultato sarà il tuo imponibile.
L’imponibile viene poi diviso in blocchi, detti scaglioni, e per ognuno paghi una percentuale sempre più alta di tasse, come in tabella:
Scaglione di reddito | % IRPEF |
fino a 28.000€ | 23% |
da 28.000,01€ a 50.000€ | 35% |
oltre 50.000,01€ | 43% |
Ad esempio se hai un imponibile di 30.000€ paghi 6.440€ di IRPEF per il primo scaglione, ovvero il 23% di 28.000€. I restanti 2.000€ per raggiungere i 30.000€ di imponibile appartengono al secondo scaglione, quindi pagherai altri 700€, ovvero il 35% di 2.000€.
In totale pagherai 7.140€ di IRPEF, ovvero 6.440€ più 700€.
Non devi applicare l’IVA perchè le prestazioni sanitarie sono esenti.
Con il forfettario paghi una flat tax che si chiama imposta sostitutiva
Devi pagare il 15% o il 5% per i primi 5 anni se hai aperto una nuova attività.
Pagherai questi valori su una parte dei tuoi incassi che si chiama imponibile. La trovi grazie ad una percentuale, detta coefficiente di redditività, che per gli infermieri è del 78%. Devi poi sottrarre i contributi versati.
Ad esempio, se hai incassato 20.000€ e hai un coefficiente del 78%, pagherai le tasse su 15.400€, quindi il 78% di 20.000€.
Oltre alle tasse, dovrai pagare 3 tipi di contributi ad ENPAPI
Quello soggettivo serve per maturare la pensione. Si calcola come il 16% dell’imponibile. Indipendentemente dal calcolo, devi versare un minimo annuo di 1.600€.
Puoi anche scegliere di aumentare la percentuale di contributo soggettivo, portandola fino al 23%. Così aumenti il denaro che metti da parte per la pensione e abbassi la base di calcolo delle tasse.
Quello di maternità serve a sostenere le colleghe che hanno un figlio. Si tratta di una quota fissata ogni anno. Nel 2023 era 78,60€ e siamo in attesa che venga comunicato quello del 2024.
Quello integrativo serve a finanziare ENPAPI ed è il 4% di ogni fattura. Devi sommarlo al totale e farlo pagare al tuo cliente. Indipendentemente dal calcolo, ogni anno devi versare almeno 150€
Possiamo aiutarti gratuitamente a capire quanto costerà mantenere la tua attività
Un esperto può studiare la tua situazione e darti una stima dei costi.
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