Riforma Fiscale 2025: cosa potrebbe cambiare per i liberi professionisti?

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di Gaia Banfi
18 Ottobre 2024
Riforma Fiscale 2025

In questo articolo vediamo di cosa parla la nuova riforma fiscale che è in fase di discussione in parlamento. Ci concentreremo in particolare sui cambiamenti che riguardano i liberi professionisti

Se vuoi puoi leggere tutta la notizia qui sotto, oppure puoi rivolgerti ad un commercialista che ti aggiornerà sulle ultime novità fiscali che potrebbero impattare sulla tua attività. Per ricevere una consulenza fiscale gratis e senza impegno, compila il form in fondo all’articolo.

Per i liberi professionisti le novità sono 2, la prima è il principio di onnicomprensività

Secondo la legge attuale, il reddito dei liberi professionisti è la somma dei compensi incassati durante l’anno, meno le spese sostenute per l’attività. Il compenso è spesso solo una voce della fattura, che può comprendere altre quote come l’IVA, i rimborsi, i  contributi integrativi.

Con il principio di onnicomprensività, il reddito dei liberi professionisti si deve calcolare sommando tutti gli importi ricevuti in relazione all’attività e poi sottraendo le spese sostenute per l’attività stessa. Per sapere quali sono gli importi nello specifico, puoi chiedere consiglio ad un esperto come il commercialista perché sono differenti a seconda dell’attività che svolgi.

Le uniche quote che non rientrano nel calcolo sono i contributi integrativi, i rimborsi spese e il denaro che ricevi da altri lavoratori se decidete di dividere le spese dell’edificio in cui lavorate.

La seconda novità è il principio di neutralità fiscale, particolarmente importante per i professionisti che vogliono aprire uno studio associato

Con il sistema fiscale che abbiamo adesso, i professionisti preferiscono lavorare da soli oppure usando la Partita IVA forfettaria perché le tasse sono più basse rispetto a quelle che devono pagare se creano uno studio associato. 

Se il parlamento approva la neutralità fiscale, anche lavorare in un gruppo di professionisti dovrebbe avere lo stesso tipo di tassazione, senza gli svantaggi che ci sono adesso.

Gli obiettivi sono due: il primo è evitare che la quantità di tasse da pagare scoraggi i professionisti e li spinga a non creare studi associati. Il secondo è evitare che la quantità di tasse renda le associazioni di professionisti più svantaggiate rispetto alla concorrenza che svolge la stessa professione con un’organizzazione diversa. 

Possiamo studiare il tuo caso nello specifico e dirti in che modo questa riforma fiscale potrebbe influire sulla gestione della tua attività.

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Fonte: www.pmi.it

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